Le lavanderie interne alle case di riposo presentano una serie di problemi, disfunzionalità, che limitano il lavoro al loro interno.
Di seguito, ti presentiamo una serie di problematiche relative alla presenza della lavanderia interna alla casa di riposo, per trattare gli indumenti personali dell’ospite.
Lavanderia interna: limiti del personale impiegato
Nelle lavanderie interne alle case di riposo, spesso, il personale impiegato presenta delle limitazioni in nucleo, che lo porta ad operare in attività di lavanderia, affidandosi alla sola e propria esperienza casalinga.
Un’attività, questa, per cui invece risultano necessari specifici studi e particolari corsi di formazione.
Per sopperire a ciò, si tende a dar adito alle indicazioni del tecnico delle lavatrici, che però svolge manutenzione, non ricoprendo la funzione di “esperto dei trattamenti di capi d’abbigliamento”.
Nella migliore delle ipotesi, ci si affida all’azienda che fornisce i detersivi.
Anche in questo caso si è in presenza di un limite, perché lo scopo principale dell’azienda è quello di vendita del prodotto, grazie al quale riesce ad ottener il miglior margine.
Inoltre i relativi dosaggi, spesso, quando si utilizzano dei dosatori automatici, non sono ben chiari e trasparenti.
Dunque, l’operatore di lavanderia deve far affidamento al solo impegno, non ottenendo, nella maggior parte dei casi, il risultato sperato.
Lavanderia interna: sistema di tracciabilità inefficiente
Nella maggior parte delle lavanderie interne delle case di riposo, infatti, la riconoscibilità dei capi è dovuta ad una semplice etichetta di stoffa, che viene cucita o termosaldata sul capo dell’ospite.
Normalmente il nome dell’ospite, od eventualmente un numero che si riferisca al letto dell’ospite stesso, viene inserito in questa etichetta.
Questo evidenzia che le informazioni risultato limitate, non consentendo nessun tipo di tracciabilità, né di controllo sul tipo di lavaggio di cui il capo necessita, sulla localizzazione, sul numero di lavaggi ecc…
Facile dedurre che una parte dei capi d’abbigliamento finisca in un lavaggio sbagliato: maglie di lana, tessuti delicati come cachemire, seta e lino, non tollerano però questo tipo di errore.
In aggiunta, c’è il problema che le case di riposo non hanno un impianto di lavaggio a secco dedicato a queste tipologie di tessuti, aggravando ulteriormente il problema.
Lavanderia interna: tempi e costi eccessivi
In alcune circostanze, persino il lavaggio ad acqua prevede l’acquisto di nuove attrezzare o, comunque, costi di adeguamento per quelle esistenti, in funzione anche delle normative vigenti.
Da non sottovalutare l’aspetto batteriologico del trattamento dei capi.
Quasi tutte le RSA, infatti, non sono dotate di un’apposita area di divisione tra sporco/pulito, né tantomeno di lavacentrifughe a barriera sanitaria con doppio oblò di carico.
Per non parlare di tutto il tempo necessario per riuscire a ricomporre i capi di ogni singolo ospite, perché l’operatore si basa solo su un semplice numero di stoffa, con il rischio di sbagliare.
Di conseguenza, un buon numero di capi non vengono riconsegnati al giusto proprietario, ma vengono posti in armadi sbagliati, creando gravi disagi ai parenti dell’ospite, che intasano di richieste l’economato della casa di riposo.
Quindi, si viene a creare un grave pregiudizio nei confronti dell’operato degli addetti, portandoli ad ulteriori ricerche (nella maggior parte dei casi, vane) per poter dar delle risposte ai familiari dell’ospite.
E se il capo d’abbigliamento si danneggia?
Nel caso il capo d’abbigliamento si danneggiasse, dovendosi affidare ad una semplice etichetta, il tutto diverrebbe oneroso, perché comporterebbe il risarcimento di importi impropri e superiori al reale valore del capo.
Il motivo? La mancanza di alcun tipo di informazione. Ad esempio: il capo portato dalla famiglia era nuovo o era usurato? Quanti lavaggi ha subito durante la permanenza nella casa di riposo?
In conclusione, dunque, il servizio di lavanderia interna alla casa di riposo rischia di creare disagi di varia natura:
- Dall’insoddisfazione dei familiari dell’ospite, alla rovina e al danneggiamento dei capi d’abbigliamento;
- Dalle richieste di risarcimento, senza la possibilità di verificare il reale valore del capo, agli elevati costi del servizio stesso;
- Sino ai limiti del personale impiegato, che spesso e volentieri lavora basandosi solo sulle proprie esperienze domestiche.